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                       “SINDACATO LAVORO E CITTADINI”

                                                             PRESENTAZIONE
 
La costituzione di questo nostro Sindacato interviene nel momento più critico e difficile per il popolo italiano, dal dopoguerra ad oggi. 

Dire, semplicemente, che il nostro Sindacato è “apolitico” è troppo poco; non chiarisce, in profondità, i nostri intenti di onestà mentale e di novità; di equidistanza tra le parti interessate, ma, soprattutto, di... “equidistanza da ormai logori luoghi comuni”.
 
La parola stessa “sindacato” induce qualsiasi lettore, da qualunque parte esso stia, a sinistra, al centro o a destra, a dire mentalmente a se stesso:
 
“eccone un altro”…
 
La parola “sindacato” suggerisce, di per sé, l’immagine di una “corporazione”, di un “gruppo”, di una “parte sociale” pronta a dare battaglia all’altra “parte sociale”.
 
Noi siamo agli antipodi di questi consunti retaggi, provenienti da 300 anni di presuntuosa rivoluzione industriale che si è “accartocciata su se stessa” e dimostra di non saper uscire dal pauroso vortice in cui si trova inviluppata; se si eccettua la tutela ad oltranza dei colossali e oscuri interessi economico-finanziari planetari.
 
Noi non sposiamo le superate logiche della contrapposizione: diamo importanza assoluta al fatto che ci troviamo nel terzo millennio; che le esigenze del singolo e della Società in cui esso vive, viaggiano con la velocità della luce; velocità che “il sistema delle logiche politiche” è incapace di percepire, perché, tra l’altro, il politico vive con la propria tasca ben piena, “senza le urgenze” di trovare un tozzo di pane da mettere, ogni mezzogiorno, sul proprio desco, per i figli.
 
Il politico vive in una sua ermetica sfera di cristallo, avulso e galleggiante sull’oceano dei singoli cittadini, per cui “le urgenze” del popolo (= lavoratori e imprese) non riusciranno mai a penetrare nella coriacea sfera di cristallo della politica, così a perfetta tenuta stagna: mentre il politico “discetta” o “pontifica” o pronuncia “ipocrisie”, il popolo muore, nel senso letterale della parola.
 
Anche per questo motivo siamo convinti che l’era della politica e dei politici è tramontata. 

Ecco: per andare avanti, in questa nostra società del 3° millennio, sono ormai indispensabili organismi come questi, che sul lavoro intervengano dalla sera alla mattina successiva, mentre invece il pachiderma politico interviene, nella migliore delle ipotesi, da…. una legislazione a quella successiva.
 
In una Nazione occorrono organismi di controllo, questo sì, che si occupino di una corretta gestione dell’economia nazionale; delle spese e degli incassi; della priorità degli interventi… ma il lavoro no; il LAVORO non può essere né gestito né demandato al pachiderma politico.
 
Pertanto noi non vogliamo entrare (e non entriamo) nel merito della inattuazione dell’art. 39 della nostra Costituzione, nei commi che prevedevano: a) - la democraticità degli Statuti; b) - la registrazione; c) - l’acquisizione di personalità giuridica e consequenziale validità dei contratti “erga omnes”.
 
Il Legislatore italiano non ha saputo (o non ha voluto) entrare nel merito della regolamentazione autentica del lavoro e si è accontentato di demandare alla “contrattazione collettiva” quello che invece – a nostro parere – era il problema principale – e immediato - della nostra Società uscita da una guerra disastrosa. 

Per questo noi, qui, oggi, andiamo “oltre la contrattazione collettiva”; non siamo qui per difendere gli interessi di una delle due parti: noi oggi siamo qui solo ed esclusivamente per il “LAVORO”, fondamento (art. 1 della nostra Costituzione) di questa nostra disastrata Nazione Italia.
Siamo qui per fornire il nostro valido contributo per la risoluzione immediata dei “problemi”, che sono “comuni” ad entrambe le due parti sociali.
 
È scritto, nel nostro Logo: “LAVORO” (che, paritariamente, comprende da un lato, chi lo fornisce ed organizza, e dall’altro lato chi lo attua) e “CITTADINI” che stanno insieme, nella medesima imbarcazione, dove, pertanto, lavoratori e datori di lavoro operano in sintonia, e non su opposte barricate.
 
Noi siamo il Sindacato di entrambi; siamo “IL SINDACATO DEL LAVORO” e non il sindacato dell’operaio, da un lato, o dell’imprenditore, dall’altro; concetti, questi, ormai superati, antidiluviani, non più al passo di questa Società scalpitante e sofferente, costretta e legata al palo, mani e piedi, in attesa della morte: fisica, morale e spirituale.
 
Modena,02/02/2013 Il Segretario Generale

Cordiali Saluti.

Messina  8/agosto/2013                                                                            michele di pietro   

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